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Beschäftigung, Sozialpolitik, Gesundheit & Verbraucherschutz, Europakommunikation

L’obiettivo di una rappresentanza dei lavoratori europea: Il futuro del dialogo italotedesco a Berlino

Diversità storica nazionale e moderna unità europea non sono elementi così distanti da poter compromettere il futuro successo del lavoro sindacale paneuropeo. Con questa o con idee simili devono essere andati a casa i partecipanti alla conferenza italotedesca che ha avuto luogo venerdì scorso. Riunitisi per la prima volta, i rappresentanti delle più importanti sigle sindacali d’Italia e Germania hanno dato ad un pubblico specializzato, composto da parlamentari di entrambi i Paesi, osservatori esperti e gruppi d’interesse della società civile, una visione d’insieme delle decisioni alla base del progetto del futuro sindacato europeo.

Il dialogo sul futuro italo-tedesco è ormai diventato un regolare e periodico format per uno scambio di vedute. Anche Wend, il presidente dell’Europäische Bewegung Deutschland (EBD), ha evidenziato alla vigilia dell’incontro l’importanza di questo “format dialogante” nel quadro del suo intervento riguardante la politica europea. Questa volta la cooperazione tra i gruppi parlamentari italo-tedeschi provenienti da entrambi i Paesi, il Movimento Europeo Germania (EBD) e la sua federazione gemella CIME-Consiglio Italiano del Movimento Europeo– ha reso possibile allestire un programma dalla durata di diverse ore suddiviso in numerosi interventi. Bernd Hüttemann, Segretario Generale dell’EBD, e Pier Virgilio Dastoli, Presidente del CIME, hanno moderato la conferenza.

Dopo un caloroso saluto di benvenuto da parte di Pietro Benassi, ambasciatore italiano in Germania e anfitrione della conferenza, e in seguito alle parole introduttive del Segretario di Stato Jörg Asmussen (Ministero per il Lavoro e il Sociale), Lars Castellucci (Presidente del Gruppo Interparlamentare Tedesco-Italiano al Parlamento tedesco) e Laura Garavini (Presidente del Gruppo Interparlamentare Italo-Tedesco al Parlamento italiano), hanno preso la parola i rappresentati delle sigle sindacali nel corso di tre panelli.

Una crescente pressione della concorrenza per via della globalizzazione, una percentuale tuttora alta di disoccupazione giovanile in molti stati europei, un’accentuata crisi di legittimità e di credibilità delle istituzioni europee. Al cospetto di queste crisi e di queste sfide odierne, i rappresentati dei sindacati italiani e tedeschi hanno manifestato il desiderio di un atteggiamento forte e unitario in rappresentanza degli interessi dei lavoratori.

A tal proposito, Susanna Camusso, Segretario Generale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), ha rammentato come sia necessario far sì che la distanza tra il sogno europeo e la realtà sociale non aumenti. Tale distanza è purtroppo confermata dall’alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia e in altri stati. Per la soluzione del problema i sindacati devono operare in modo congiunto: il fine deve essere quello di dare un nuovo impulso al settore occupazionale, evitando però di provocare dumping salariale e diminuire i diritti dei lavoratori.

Reiner Hoffmann, Presidente del Deutsche Gewerkschaftsbund (DGB), ha in seguito ricordato di sfruttare le numerose esperienze provenienti dal lavoro sindacale delle singole nazioni per difendere in modo compatto gli interessi dei lavoratori a livello europeo. Per tale scopo la concorrenza tra sindacati non dovrebbe più essere la strada da seguire. In qualità di autorevole attore sociale, la già esistente confederazione sindacale europea deve analizzare in modo più critico e deciso il lavoro dei governi nazionali e delle istituzioni europee e vagliare soluzioni soprattutto a favore dell’equità e giustizia sociale. L’obiettivo finale deve essere comunque la creazione di un sindacato europeo.

Anche il Segretario Generale dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), Carmelo Barbagallo, ha allo stesso modo indicato come via da percorrere quella di un sindacato dall’ampio respiro europeo. L’Europa, ha continuato, non è solo un’unione monetaria e finanziaria, ma anche un’Europa del sociale. Barbagallo ha inoltre richiamato l’attenzione sulla concorrenza tra l’Europa e l’altra parte dell’Atlantico, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione e la digitalizzazione. Non ci si può a tal proposito permettere di perdere il contatto con loro; allo stesso tempo si deve però evitare di compromettere i diritti sociali.

Klaus Dauderstädt, Presidente Nazionale del Deutsche Beamtenbund und Tarifunion (dbb), ha rivelato come le competenze si stiano inesorabilmente spostando a livello europeo. Le politiche sociali e occupazionali devono essere ancorate come parte integrante di questo processo di unificazione. Queste devono essere intese come un dovere da parte dei sindacati di tutti i paesi membri. “L’Europa può essere sociale innanzitutto grazie ai sindacati” ha precisato Dauderstädt. La compattezza di fronte ai datori di lavoro è di primaria importanza. Non si può inoltre fare affidamento ai soli livelli decisionali della politica.

Infine ha preso la parola Giuseppe Farina, Segretario Generale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL). Quest’ultimo ha evidenziato che, nonostante tutti i fenomeni di crisi, un “ritorno al nazionale o locale” non rappresenta più un’alternativa per i sindacati. Questo pensiero è ancor più valido in questi tempi in cui è in gioco la credibilità della intera politica europea e la percezione favorevole da parte della popolazione nei confronti del progetto comune europeo si trova in difficoltà. Anche i sindacati sono resi insicuri dalla perdita di fiducia e devono perciò ancor più tenacemente parlare in modo unito e univoco. Farina ha infine espresso la speranza di una governance globale, al fine di superare le sfide attuali.

Il pluralismo storicamente evoluto delle organizzazioni sindacali è motore e correttivo della politica europea del sociale e del lavoro. Allo stesso tempo è tuttavia importante stabilire un’unione sindacale europea per poter reclamare in modo ancor più mirato ed efficace gli interessi dei lavoratori in campo europeo. Tutti i presenti erano d’accordo con questa presa di posizione. Indiscutibilmente c’è ancora molto potenziale da poter e dover sfruttare a favore di un’unione sindacale paneuropea, al fine di trovare soluzioni innovative per le pressanti sfide odierne. Pierpaolo Beretta, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze del governo italiano, ha concluso l’incontro con le seguenti parole: “Non si tratta di una omologazione di tutte le rappresentanze sindacali europee, ma di una posizione unitaria dei sindacati europei di fronte agli interessi dei datori di lavoro e alla tutela degli interessi politici.

Le opinioni, i commenti e i punti di discussione di tutto il dibattito possono essere consultati seguendo l’hashtag #EUdialogDEIT. Inoltre è possibile grazie alla nostra pagina Facebook visitare una piccola galleria fotografica della conferenza.

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